Sessant’anni fa, uno psicologo di nome David Rosenthal pubblicò un famoso ma ora in gran parte dimenticato studio di quattro sorelle con schizofrenia, quattro gemelle nate nel 1930. Le quattro gemelle Morlok, ribattezzate Genain per proteggere l’identità della famiglia, cognome che deriva dal greco e che significa terribile (αἶνος) nascita (γεν), erano cresciute nella stessa casa e provenivano dallo stesso uovo fecondato, ma non sembravano avere la stessa versione della malattia. Questa circostanza ha offerto a Rosenthal una rara opportunità di indagare sulle intricate influenze dell’ereditarietà e dell’ambiente, in un momento in cui si parlava di natura e educazione più come principi che si escludono a vicenda piuttosto che parti intrecciate che contribuivano al tutto.
Una volta ventenni le quattro giovani donne hanno trascorso tre anni a metà degli anni ’50 osservate in clinica dove venivano testate, studiate e sottoposte a terapia in una sorta di laboratorio vivente dove gli infermieri prendevano appunti sulle interazioni sociali e dove “un salone di bellezza, un’edicola e un negozio al dettaglio, frequentati da ricercatori, medici e pazienti allo stesso modo”, servivano “a scopi sia investigativi che terapeutici”.
Il gruppo di studiosi che lavorava sulle sorelle supervisionato da Rosenthal comprendeva psicologi, psicoanalisti, assistenti sociali, sociologi e un genetista. Rosenthal pubblicò “The Genain Quadruplets: A Case Study and Theoretical Analysis of Heredity and Environment in Schizophrenia” nel 1963, quando la psichiatria stessa era a un bivio e il presidente Kennedy aveva chiesto la sostituzione degli ospedali statali con forme di assistenza comunitaria.
I ricercatori consideravano entrambi i genitori delle sorelle malati di mente, anche se Carl (il padre), che convinse sua moglie a sposarlo minacciando il suicidio, era molto più instabile. Era anche profondamente paranoico, come sua madre, forse schizofrenica, che aveva cercato di abortirlo il giorno in cui era nato, e che aveva espresso l’opinione che sarebbe stato meglio se le quattro gemelle fossero morte. Maltrattate dal padre irrazionale e tormentate dalle loro stesse crescenti delusioni, a tutte era stata diagnosticata la schizofrenia e ricoverate in clinica a circa 24 anni.
Le gemelle hanno vissuto in una “casa degli orrori” in un microcosmo di una società patogena, diventando involontariamente l’emblema di come la malattia mentale non curata, può essere più una maschera che un’illuminazione.
La dicotomia genetica vs ambiente con cui si confrontava Rosenthal era in gran parte falsa, risolta a livello molecolare dove tutto diventa un effetto chimico qualunque sia la sua causa. Ma le sorelle Genain si sono formate in un mondo impazzito che continuava a a scambiare tra loro i piani dell’influenza genetica e dell’ambiente. In più la società americana dell’epoca era scientificamente divisa anche sull’approccio; chi sosteneva di dover indagare solo sugli aspetti genetici ed ereditari e chi invece mirava ad un cambio di prospettiva sociale verso la malattia mentale
Arrivò anche il momento in cui coloro che pensavano che la schizofrenia fosse una risposta sana a un mondo folle, non avevano nulla da offrire alle persone che soffrivano di una vera malattia. La psichiatria ha imparato a sue spese che trattare la società come un organismo malato che doveva essere guarito per aiutare gli individui malati era un brutale tradimento delle persone che avevano più bisogno di cure. La speculazione di Rosenthal secondo cui il trauma alla nascita, vissuto in modo diverso dalle quattro gemelle, ha contribuito alle variazioni della loro malattia regge meglio degli effetti maligni di un mondo impazzito.
Le sorelle non hanno ricevuto trattamenti con droghe pesanti mentre si trovavano in clinica. Fu solo dopo, quando entrarono negli ospedali statali, che ricevettero farmaci antipsicotici, a cui studi di follow-up attribuirono la loro stabilizzazione a lungo termine. Potrebbe essere che la cosa che la società chiama malattia mentale fosse troppo eterogenea per essere descritta da una singola disciplina e che se la schizofrenia era ciò che la società chiamava “malattia mentale” piuttosto che una malattia organica del cervello, allora forse una disciplina valeva l’altra.
Tre sorelle si sono diplomate al liceo. Una ha lavorato come segretaria per la maggior parte della sua vita. Si è sposata e ha avuto due figli. Quando è cresciuta, ha visitato spesso le sue sorelle. Una gestiva le entrate che le sorelle ricevevano per la pubblicazione della loro fotografia nei libri di testo di psichiatria e medicina, mentre l’ultima ha lavorato come estetista per un po’, ma la maggior parte della sua vita adulta l’ha trascorsa in un istituto. Ad oggi rimangono un esempio e un avvertimento di come genetica e ambiente siano necessariamente da trattare come complici perchè un solo sbilanciamento verso l’uno o l’altro ci rende ciechi di fronte alla sofferenza legata ad alcune patologie psichiatriche.