Bambini troppo protetti diventano adulti ansiosi?

Negli ultimi decenni i bambini sono diventati sempre meno indipendenti. Invece di correre fuori a giocare dopo la scuola o andare in bicicletta in stile “Stranger Things”, è più probabile che stiano in casa o magari su TikTok. Più in generale però c’è una tendenza nelle famiglie e nella società a proteggere (si potrebbe dire over-proteggere) i bambini da pericoli spesso quasi inesistenti.

Ci sono molte ragioni per questa repressione nei confronti dei bambini, inclusa la nascita della TV via cavo negli anni ’80, che si è evoluta in avvisi di notizie su Internet 24 ore su 24, portando un flusso di notizie spaventose ai genitori. E con il passare degli anni, i genitori, sempre più diffidenti nei confronti di un’economia in cui il vincitore prende tutto, si sono concentrati sempre di più nel portare i propri figli all’università.

Ma man mano che la libertà dei bambini diminuisce, la loro ansia aumenta. Anche se potrebbero esserci molte ragioni per cui i nostri figli soffrono, cosa accadrebbe se il problema fosse semplicemente che i bambini crescono così iperprotetti da avere paura del mondo?

Se fosse così, anche la soluzione sarebbe semplice: iniziare a lasciare che facciano più cose da soli. Negli Stati Uniti una mamma di New York ha lasciato che suo figlio di 9 anni prendesse la metropolitana da solo ed è stata etichettata come la peggior mamma d’America. Convinta delle proprie idee questa donna, Lenore Skenazy, ha avviato il movimento Free-Range Kids, che promuove l’indipendenza e la resilienza dell’infanzia.

Dal 2008 la Skenazy monitora il panorama dell’infanzia americana, parlando con genitori, insegnanti e ragazzi, compresi tredicenni a cui non è mai stato permesso di andare al parco senza un adulto o di fare una commissione o addirittura di tagliarsi i capelli.

Contestualmente lo psicologo Camilo Ortiz che conduce ricerche sul trattamento dei bambini con la terapia cognitivo comportamentale è stato testimone dell’aumento dell’ansia dei bambini da quando ha iniziato a interessarsene 15 anni fa. Anche se sempre più famiglie ritengono che quante più attività strutturate e supervisionate possono svolgere con i propri figli, tanto meglio staranno aumentano le evidenze in senso opposto; una costante supervisione potrebbe compromettere le possibilità dei bambini di diventare coraggiosi e resilienti. Ciò che manca oggi non è solo il brivido di arrampicarsi sugli alberi o di “rischiare”. Il fatto è che quando un adulto è sempre presente i bambini non riescono mai a sentirsi responsabili per se e per gli altri. Naturalmente i bambini dovrebbero avere una relazione amorevole e sicura con i loro genitori. Ma se ripensiamo a quando da bambino magari ci siamo persi, probabilmente abbiamo chiesto aiuto a uno sconosciuto. una cosa che oggi molti genitori vivrebbero come minacciosa. I bambini hanno bisogno di molte di queste esperienze. Sono assassini di ansia.

Insegnanti e genitori spesso affermano che la fiducia dei bambini inizia ad aumentare quando partecipano ma pianificare un’azione in tal senso non è cosa semplice e le scuole hanno l’esigenza di basarsi su evidenze scientifiche, non aneddoti.

Il dott. Ortiz ha testato il grado di indipendenza dei bambini in un contesto clinico. Si tratta di una rivisitazione della terapia dell’esposizione, in cui i clienti affrontano le loro paure. Usando questa tecnica, lui e il staff hanno trattato cinque pazienti, di età compresa tra 9 e 14 anni, a cui era stato diagnosticato un disturbo d’ansia. E nonostante le preoccupazioni dei bambini, si è scoperto che c’erano molte cose che volevano provare da soli come anche solo andare a fare la spesa o prendere l’autobus.

Il risultato è stato che tutti e cinque i bambini sono passati dal dire che si sentivano preoccupati per la maggior parte del tempo a dire che si sentivano preoccupati per un po’ di tempo. Statisticamente, questa terapia dell’indipendenza ha funzionato meglio dei farmaci ed è più veloce della terapia cognitivo comportamentale.

Naturalmente, poiché si trattava di uno studio pilota su soli cinque bambini, non possiamo dare troppo peso ai risultati. Ed è indubbio che qualsiasi intervento psicologico non dia garanzie di efficacia a livello universale ma dare ai bambini più libertà potrebbe essere il modo più economico, veloce e semplice per restituire ai bambini la spinta che hanno perso.