E’ ancora troppo facile confondere livello d’intelligenza e ADHD

Bambini che non si stancano praticamente mai, continuamente pronti a saltare e correre, non stanno seduti o che si svegliano spesso la notte. Questo è uno scenario tipico quando si parla di bambini con un possibile disturbo da deficit dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD) che si può diagnosticare dai tre anni di età. I bambini e bambine con ADHD si stima arrivino in Italia al 5% del totale, un dato in crescita perché oggi c’è più attenzione al problema e una maggiore capacità di arrivare alla diagnosi corretta.

Una diagnosi precoce è essenziale per guidare genitori, insegnanti e medici nel gestire bambini con questo disturbo. In questi giorni a Padova, nell’ambito del convegno internazionale «Il Cigno Nero e la generazione dell’incertezza» medici, psichiatri, neuropsichiatri infantili e psicologi di tutto il mondo si confronteranno su rischi, incertezze e prospettive per riconoscere i disturbi e intervenire tempestivamente. Attualmente si è in grado di intercettare molto presto l’ADHD grazie all’isolamento di caratteristiche presenti sin dalla nascita.

Riconoscere i primi segnali di ADHD è fondamentale anche per non confondere questo disturbo con il grado di intelligenza del bambino o più generalmente con la sua personalità. Fin troppo facilmente, infatti, è possibile confondere difficoltà di concentrazione, incapacità a controllare l’impulsività e iperattività, come mancanza di volontà dei bambini e non vanno additati negativamente da scuola e famiglia. Non si tratta di bambini meno intelligenti e capaci degli altri, anzi. L’ADHD colpisce i bambini indipendentemente dalle loro capacità intellettuali. Si potrebbe addirittura pensare che i bambini con un QI elevato sarebbero in grado di gestire meglio la lotta con i sintomi dell’ADHD ma non è necessariamente così. I bambini con ADHD sono spesso socialmente indietro rispetto ai loro coetanei. Sono più a loro agio con i bambini di diversi anni più giovani. Il bambino con ADHD e con un QI elevato può sentirsi a proprio agio sia con i bambini più grandi che con quelli più piccoli, ma probabilmente sarà socialmente a disagio con i coetanei.

I bambini intellettualmente dotati di solito riconoscono di essere intelligenti. All’inizio la scuola è spesso abbastanza facile per loro e possono andare eccezionalmente bene nelle prime classi. Anche i genitori e gli insegnanti riconoscono la loro intelligenza e nutrono grandi aspettative verso questi bambini. Man mano che la scuola diventa progressivamente più difficile, i sintomi dell’ADHD diventano sempre più un problema. A partire dalla terza elementare, la scuola diventa più impegnativa e ci si aspetta che gli studenti siano più indipendenti. Ciò può creare confusione nel bambino che in passato non aveva problemi scolastici. I bambini potrebbero iniziare a dubitare di se stessi, il che potrebbe portarli a provare ansia. Genitori e insegnanti potrebbero rimanere delusi dal bambino. Potrebbero attribuire la mancanza di successo scolastico alla pigrizia, alla noia o alla mancanza di impegno quando, in realtà, i sintomi dell’ADHD possono largamente incidere sulla performance scolastica.

Se ci stiamo chiedendo se siamo di fronte ad un caso di ADHD è necessario interfacciarsi con gli insegnanti e rivolgersi ad uno psicologo infantile. Data la rapidità della diagnosi oggi possiamo sostenere i bambini con ADHD soddisfacendo le loro esigenze specifiche.