È una domanda che accompagna tutti e che ci facciamo ciclicamente, nessuno (o quasi) escluso: il denaro può comprare la felicità? Da semplici cittadini o da grandi pensatori non giungiamo ad una conclusione condivisa, o forse desideriamo nascondere la vera risposta che abbiamo in mente…
La maggior parte delle persone ad ogni modo è fortemente incline a pensare che la risposta alla domanda sia un grosso sì. Ora però due eminenti ricercatori, Daniel Kahneman e Matthew Killingsworth, dalle pagine di PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences) provano a ribaltare il pensiero secondo cui le persone sono più felici quando guadagnano di più e affermano che la loro gioia si livella e si stabilizza quando il loro reddito raggiunge i 75.000 dollari all’anno (circa 65000 euro…).
Questa soglia è stata inizialmente posta da Kahneman stesso, psicologo ed economista, vincitore del Premio Nobel in economia che ha individuato le basi irrazionali dietro i nostri più comuni ragionamenti finanziari. In un celebre studio del 2010 Kahneman ha concluso che (anche) il benessere emotivo aumenta con il reddito, ma non ci sono ulteriori progressi quando questo reddito annuo supera i 75.000 dollari.
Nel 2021 però Killingsworth, condusse ricerche parallele e concluse che non era così! Il benessere sperimentato può continuare a crescere con un reddito ben oltre i 200.000 dollari. A questo punto i due hanno unito le forze per capire fino a quanti soldi all’anno dobbiamo mirare tutti per garantirci una fetta di felicità.
Nel loro studio, Kahneman e Killingsworth hanno intervistato 33.391 adulti di età compresa tra i 18 e i 65 anni che vivono negli Stati Uniti, sono impiegati e dichiarano un reddito di almeno 10.000 dollari all’anno.
Per misurare la loro felicità, ai partecipanti è stato chiesto di riferire sui loro sentimenti a intervalli casuali durante il giorno tramite un’app per smartphone sviluppata da Killingsworth chiamata diabolicamente Track Your Happiness.
Lo studio ha raggiunto due grandi conclusioni: in primo luogo, che la felicità continua ad aumentare con il reddito anche nella fascia alta dei redditi per la maggior parte delle persone, dimostrando che per molti di noi, in media, avere più soldi può renderci sempre più felici.
Ma lo studio ha anche rilevato che esisteva una “minoranza infelice”, circa il 20% dei partecipanti, la cui infelicità diminuisce con l’aumento del reddito fino a una soglia, quindi non mostra ulteriori progressi.
Queste persone tendono a sperimentare “miserie” negative che in genere non possono essere alleviate guadagnando più soldi; il rapporto cita esempi come delusioni amorose, lutto o depressione clinica. Per loro, la “sofferenza” può diminuire man mano che il loro reddito sale a circa 100.000 dollari, ma superata questa cifra i vantaggi di un reddito ricco si assottigliano rapidamente.
In termini più semplici, questo studio conferma che per la maggior parte delle persone redditi maggiori sono associati a una maggiore felicità. Fanno eccezione le persone finanziariamente molto benestanti ma infelici. Ad esempio, se sei ricco e infelice, più soldi non ti aiuteranno. Per tutti gli altri, più denaro era associato a una maggiore felicità in misura leggermente diversa. Una cosa che però manca nello studio è la misura temporale; ovvero per quanto tempo più soldi correlano con maggior felicità? Detto in altri termini, ci abituiamo alla ricchezza e poi quali “nuovi” problemi la ricchezza comporta? Mo money, mo problems come sostenuto da qualcuno
Lo studio riconosce che la felicità o il benessere emotivo è una scala quotidiana che cambia per molte persone e che le persone felici non sono tutte ugualmente felici, ma sostiene che ci sono “gradi di felicità” e spesso un “tetto” per la felicità.
Lo studio ha anche scoperto che il denaro può influenzare la felicità in modo diverso, a seconda del reddito. Tra i redditi più bassi, le persone infelici guadagnano di più dall’aumento del reddito rispetto alle persone più felici.